I pensieri: parole nella tua mente

I pensieri: parole nella tua mente

“Sono solo parole le nostre, sono solo parole.

Sperare che domani arrivi in fretta e che svanisca ogni pensiero” 

Noemi-Sono solo parole

Una delle grandi differenze tra l’uomo e l’animale è l’uso della parola in contesti pubblici: per comunicare con gli altri, ascoltare o scrivere e in contesti privati quando parliamo con noi stessi o meglio pensiamo.

Ti è mai capitato di avere un flusso di pensieri che affolla la tua mente durante la giornata?

Magari mentre sei sotto la doccia, in macchina fermo al semaforo, durante una riunione di lavoro, al bar mentre sorseggi il tuo caffè, sotto scuola aspettando i tuoi figli uscire e in molte altre occasioni.

I pensieri sono parole che dici tra te e te o meglio un sistema complesso di simboli nella tua mente, ma le parole non hanno una consistenza, non sono fatti concreti reali, realmente percepibili e tangibili, non corrispondono sempre e comunque alla verità storica eppure a volte ci fanno stare male.

ll padre della terapia razionale emotiva ,Albert Ellis, affermava che gran parte della patologia umana deriva proprio dalle idee irrazionali, non funzionali e reali.

Prova a pensare a quante volte hai ascoltato il radiogiornale, hai sentito raccontare fatti, con parole che descrivevano in modo più o meno accurato un evento.  Le parole non rendevano l’evento reale nell’istante in cui le hai ascoltate; inoltre alcuni dettagli possono essere enfatizzati e altri esclusi dalla narrazione… non credi a tutto ciò che ascolti.

Perché allora le cose dovrebbe essere diverse con le parole che ti dici da solo?  Con le tue narrazioni interiori?

Puoi dirti che vorresti vivere in una villa di quattro piani con piscina, sala cinema e jacuzzi esterna… ma non è detto che questo accada.

Puoi dirti che sarebbe bello incontrare la donna perfetta, quella che ti lascia uscire con gli amici senza battere ciglio, che non si lamenta mai di niente… ma non è detto che questo accada

Il primo passo che tu puoi fare oggi: chiediti quanto di quello che ti racconti è vero?

Il secondo passo: domandati se reagisci a quello che ti racconti come se fossero verità indiscutibili? 

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